04 settembre 2009

Lavori in corso (1995)

Non so perché ma periodicamente da anni mi ritrovo in testa una domanda piuttosto cretina: dov'è finito Don Backy? Io, da piccolo, volevo illuminare con candele, torce e faretti la mia stanza: volevo vedere Gesù. Poi sotterravo il crocifisso e urlavo a squarciagola: non ci credo, non ci credo.
Se Dio esistesse Mike Bongiorno non sarebbe mai nato. Sono talmente riservato che certi fatti personali non li confesso neppure a me stesso.
Pensate un po' — non so quanto peso, ignoro se sono alto 168–169 cm.
Nosce te ipsum... il mio primo complesso si è manifestato alla tenera età di sette anni: non riuscivo a fare il palloncino con la gomma da masticare.
Non ho un hobby — non gioco a tennis ogni giovedì — non bevo Martini all'una — non pratico jogging. Dove va l'uomo moderno? È già stato detto?
Società di merda... Fortunatamente, crescendo ho imparato ad accettarmi. Insomma, non ho l'alito che puzza di vino come quello di Guccini — sono molto più bello di Woody Allen, e sono assai più divertente di un simposio di semeiotica.
Mi dicono che c'è un ritorno dei giovani ai sentimenti. Sentite il linguaggio: “Mi sono fatta Luca — ora zompo addosso all'amico”. Un ritorno ai sentimenti — chi l'ha detto Alberoni.
È come dire che D'Alema sia il massimo esponente della sinistra italiana.
Chi ci crede — ma chi ci crede.
Io, in certi momenti ho un gran bisogno di trasgressione — vorrei lavarmi i denti con l'acqua calda — vorrei che il mio medico mi prescrivesse una cura a base di gelati a nocciola e torrone. Vorrei vedere Francesco De Gregori a San Remo.
Da qualche tempo ho cominciato ad invidiare le persone di mezza età.
Pur provando apprensione, oggi guardo alla vecchiaia con un certo conforto, con una specie di dolcezza.
L'altro giorno ho trovato scritto sul diario di una mia compagna di classe: “Non accetto — non agisco — attendo. Se la morte è destino — destino iscritto nell'evoluzione cosmica oppure predisposto alla Divina Provvidenza, bisogna inchinarsi”.
L'unico atteggiamento ragionevole è la rassegnazione.
Zainetti immondi — io non vi amo — e la vostra anima affonderà nel fango.
Mio fratello mi dice che in passato c'era molta più solidarietà tra i giovani e una maggiore facilità a riconoscersi nelle stesse esperienze. Chissà, forse, non so, com'è, oeè.
Mangio dolci perché soffro di carenze d'affetto. Non so cucinare. Mi piacciono i dischi di Paolo Conte. Il mio peggiore nemico mi dovrebbe far indossare i jeans e poi costringere a leggere e recensire l'opera omnia di Grazia Deledda.
Non provo niente per mia madre. Mio padre è un ex carabiniere. Quello che rimane di tredici anni di scuola è un pugno d'amici, un libretto di giustificazioni.
C'è stato un periodo per la verità non troppo lontano che mi allenavo a tenere la mano.
Infatti — con una ragazza sono impacciato — come bloccato — e non riesco ad abbracciarla e camminare mano nella mano. Avevo acquistato un manichino per esercitarmi — ma quella stessa ragazza mi ha piantato perché una volta l'ho portata in cimitero ad ascoltare il silenzio. Per me non c'era niente di male — ma lei non ha apprezzato e mi ha scaricato senza pietà.
Ho visto 24491 stava con 31264 mi dispiace.
Le ragazze, per me, sono alte e irraggiungibili come lampioni. L'altro giorno Paola mi ha regalato una Bibbia su cui ha scritto che mi amerà per sempre. È per questo che mi vuole lasciare? Per lei avrei potuto rinunciare al numero trentatrè di Tex o il sette di Ken Parker.
Ma preferisco perderla piuttosto che fare della mia vita una serie infinita di sabati lastricati di pizza e torrenti di Coca Cola. Io so che difendere la patria è importante. È sarà importante fino a quando l'arma della nonviolenza non sarà una consuetudine accettata da tutti. Ma a cinquant'anni dalla fine del secondo conflitto mondiale — noi giovani abbiamo un ruolo determinante nel movimento per il disarmo.
Essere pacifista non significa assolutamente restare fuori dai conflitti — per me significa vivere e affrontare quotidianamente gli scontri, a qualunque livello, nei rapporti personali come nella politica, sapendo che esiste la possibilità di risolverli sulla base della nonviolenza.
Io chiedo che il servizio militare sia una opzione — chi decide di fare l'obiettore di coscienza non può essere considerato la feccia, un paria.
Credo fermamente che si possa difendere i patri confini aiutando un tossicodipendente o un anziano, un disadattato o un carcerato. Se indosso le stellette non sono automaticamente un cittadino irreprensibile. Con le stellette sono solo un soldato.

Alle cinque della sera
signor carogna insegnava
a vincere decretando morte.
Alle cinque della sera
ci raccontava storie di uomini veri
storie di eroi e coraggio.
In nome di uno Stato e una Nazione
che non esistono ci avete vestito tutti uguali,
per pensare tutti alla stessa maniera
per consacrare tirannia e obbedienza.

L'altro giorno ho letto che un antichissimo papiro egiziano, più o meno del terzo secolo prima di Cristo, tramanda che il mondo è stato creato da una risata. Tutti ridono. È provato: nei momenti storici di difficoltà o di crisi, la comicità diventa necessaria o più necessaria del solito.
Groucho Marx risponde a un collega che in una lettera gli chiese quali siano le sue migliori battute: “Una era quando Zeppo usciva dalle quinte annunciando: pà è arrivato l'uomo della spazzatura e io gli rispondevo: digli che non ne vogliamo.
L'altra, quando, Chico mi stringeva la mano dicendo: vorrei congedarmi da tua moglie e io: chi non lo vorrebbe”. La genialità di Groucho è il punto di riferimento di molti comici di oggi, Woody Allen per primo, che in Provaci ancora Sam, dopo l'amore dice a Diane Keaton: “Non mi sono mai divertito tanto senza ridere”.
Per dodici anni di seguito mi sono mascherato da Zorro — mentre per nove anni a Natale i miei genitori mi regalarono una graziella blu.
L'immaginazione al potere.
Io sono cresciuto sentendo alla televisione parole come queste: “Gli anni Ottanta dieci anni che hanno fatto la storia. Cominciarono sotto il segno dell'aggressività rampante, dell'edonismo reaganiano, della stagnazione sovietica e dei colpi di coda del terrorismo. Con questo speciale vi raccontiamo questa decade, gli avvenimenti, le frasi, i protagonisti dei formidabili anni Ottanta”.
Come potevano crescere bene.
L'altro giorno ero seduto sulla mia poltrona preferita, in una morbida e rasserenante penombra. A un certo punto mia sorella Francesca inizia una conversazione di questo tenore: “No — come era vestita — e poi si trucca come una di quelle. È volgare. Dai non scherzare, no — davvero — ha chiesto di me — alla sua festa — che dolce. Quando lo vedo arrivare in piazzetta mi manca in fiato. Vorrei trovare il coraggio di avvicinarmi e dirgli: ciao — ti ricordi di me — sono Francesca, ma poi rinuncio.
È sempre attorniato da quelle svampite che starnazzano in continuazione “Marco qui Marco là” — Marco è proprio un tronco di figo — e poi ha il 600. Chissà se quando bacia tiene gli occhi aperti?
T'immagini se passassi davanti a Sonia con lui — morirebbe. Si strozzerebbe dall'invidia. Marco mi piace una cifra ma Christopher Lambert — Micky Rouche — Antonio Banderas dove li mettiamo?”
Ecco i giovani — ecco la futura classe dirigente.
Come li potevamo crescere bene. La mia compagna di banco ululava: “Il bene trionferà sul male perché Dio è clemente e misericordioso”. Io rispondevo con tanto di mascella volitiva più prominente del solito: se non stai zitta ti faccio vedere un film di Zeffirelli.
Da buon anarcoide sono contrario ai busti piazze statue giornate commemorative. Ma uno strappo alla regola lo potrei fare per “Nostro Signore Water”.
Sta lì in attesa, aspetta con pazienza certosina, non si cura di censo e gerarchie.
Vi sollecito a un minuto di silenzio per i waters di Luca Barbareschi e Adriano Celentano. Le dinamiche divine e sentimentali sono identiche: entrambe non esistono.
Ma chi l'ha detto che il caos, la confusione sia uno stato negativo. Io sono un poeta. Io sono un poeta e non morirò mai. Non morirò mai perché la mia poesia è inutile — e per questo è parte del mondo — perché il mondo nella sua immensa atrocità non può che essere eterno.
Mi piace stare a letto quando la pioggia cade nel buio. Mi ricordo che da bambino credevo che le piogge invernali fossero le lacrime di Gesù — ma poi ho scoperto che Gesù non piange mai.
Ieri sera sono andato a letto presto e ho sognato il passeggiare tutta la notte sotto i portici di Bologna.
L'ho raccontato a una ragazza dalle gambe chilometriche e dal fondoschiena simile a una cupola d'oro che sfavilla nel riverbero del sole morente.
Mi ha detto con voce afona: “Tu sei matto — come puoi rinunciare a tutto questo”.
Passo il tempo libero a dipingere bave di nuvole che navigano nel cielo e sempre più spesso mi sento ingenuo perché non distinguo l'alba dal tramonto.
Anche noi ascolteremo la vita attraverso le pareti di una stanza.
Visto che non abbiamo alcun diritto alla felicità — do sfogo alla mia turpe voglia — ascolto Bach.
Dopo le gambe di Alba tutto il resto è sofferenza.
Gli uomini li immagino come pietre scagliate nell'universo.
Essi credono di poter scegliere la traiettoria — ma noi tutti siamo schiavi dei desideri: provate a resistere all'impulso di abbandonarvi a una sonora risata durante un funerale — oppure vedete come va a finire se non fate pipì prima dell'esame di guida. Gli individui di questa società, come del resto quelle trascorse, non sono mai approdati ad una libera libertà.
Tutti cerchiamo qualcosa... C'è verità anche in una bugia.
Non ci sono più elettricisti — scrittori — metalmeccanici — ma soltanto critici — recensori ottusi e miopi.
Da anni mi ritrovo in testa una domanda piuttosto cretina: dove finiscono le anatre quando il lago del Central Park è gelato?

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